Sono semplici strumenti da lavoro, presentati in modo feroce ed ineluttabile ma nello stesso tempo dissimulati dal segno verticale e sporco, i protagonisti delle opere di Gianni Politi presentati nell’ambito della mostra “I tool U” che aprirà i battenti il 3 aprile alle 20 (l’inaugurazione, però, è solo su invito) e proseguirà dal 4 al 30 aprile presso la galleria CO2 contemporary art di Roma.
Grafite su carta intelata e fusaggini su carta da spolvero sono le tecniche di cui Gianni Politi, nato a Roma nel 1986, si serve per rappresentare in chiave bidimensionale oggetti innocui e di uso comune che, privati della loro funzione primaria e in virtù della gestualità marcata e quasi esasperata del segno, assumono una diversa valenza e una nuova violenza. In questo modo la terza dimensione torna a sconvolgerci, non tanto in termini di profondità quanto come elemento che dalla tela emerge per aggredire il nostro sguardo, restituendo peso a ciò che era diventato sottile.
Materiali eterogenei e tecniche diverse sono la base delle opere presentate in mostra, non solo disegni ma anche installazioni, due delle quali site specific: Child trap e Chocolaterie Lourde, citazione di un pezzo per chitarra degli anni ‘40 di Django Reinhardt intitolato Artillerie Lourde.
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