“Quando sono arrivato a San Pietroburgo l’aspetto della città, dopo un periodo di transizione, era cambiato. Si presentava nuovamente come un centro cosmopolita. Questo cambiamento ha modificato anche il modo in cui la povertà si presenta. Non si incontrano più i ragazzi con i capelli rasati dalla polizia, anche loro si sono adattati al cambiamento, adeguandosi alla moda giovanile occidentale con vestiti presi dalle raccolte di abiti usati o rubati dai negozi.”
Queste sono le parole di Wolfgang Müller, artista non giovanissimo (è nato nel 1957), che sarà presente con la mostra “Karat” in un luogo di nascita recente che ritengo meriti attenzione, ovvero la libreria fotografica Mandeep di Roma. “Karat”, organizzata in collaborazione con la galleria Grazia Neri, aprirà i battenti il 27 marzo e proseguirà fino al 2 maggio.
Müller racconta la vita di bambini e adolescenti strappati ai giochi e ai passatempi della loro età, immortalandoli con il suo obiettivo tra il 2000 e il 2001. Una vita fatta di piccoli espedienti, furti, prostituzione precoce e assunzione di alcool e droghe povere, come la colla e il lucido da scarpe (Karat è la marca di uno di questi ultimi).
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