Dopo la pausa natalizia, Art Rehab riprende la sua attività e lo fa con un’intervista. A parlarci di sé e della sua arte è Renato D’Agostin, giovane fotografo veneto (ma vive a New York), scoperto tra le pagine di [EV +/-] Exposure Compensation. Il bianco e nero è la lingua in cui si esprime la sua fotografia urbana, essenziale, sottile, grafica, pura, che gli ha permesso di tenere mostre in Italia e all’estero (Francia, Germania, Turchia, Grecia, Giappone, Russia, America). Dopo questa breve introduzione, lascio la parola a Renato e alle sue immagini.
Chi è Renato D’Agostin? Dove e quando è nato?
Renato D’Agostin, fotografo, nato 26 anni fa, in un piccolo paese in provincia di Venezia, San Donà di Piave.
Qual è stata la tua formazione e come ti sei avvicinato alla fotografia?
Durante l’ultimo anno di liceo, quasi per caso ho iniziato ad incuriosirmi alle scene di strada, a come gli elementi interagissero tra di loro, formando immagini, che in bianco e nero davano soddifazione al mio occhio. Mia madre un giorno tornò a casa con una grande fotografia di un elefante vinta ad una lotteria, facendo crescere la mia curiosità nell’immortalare la realtà.
Osservando le tue foto vengono in mente la straight e la street photography. Quali sono le tue fonti di ispirazione? E i tuoi maestri?
La mia fonte d’ispirazione è la realtà, che utilizzo come teatro nel quale mettere in scena, estrapolando immagini dalle situazioni esistenti, il mio mondo d’immaginazione, pescando dalle mie sensazioni e percezioni.
I miei maestri sono i fotografi a cui guardo con ammirazione, Giacomelli, Gibson (per il quale ho avuto l’onore di lavorare come assistente), Metzker, Moriyama, ecc. I fotografi che hanno lasciato un segno per il loro stile unico, visione della loro realtà.
Tag: b/n, bianco e nero, città, Renato D'Agostin