Shadi Ghadirian è nata nel 1974 a Teheran, dove tutt’ora vive e lavora. Il suo percorso artistico si nutre della cultura dell’Iran, segnato da un passato di guerre nonchè dalla difficile condizione della donna. Il titolo della personale che la galleria romana CO2 contemporary art ospiterà dall’8 maggio al 30 giugno (inaugurazione su invito il 7 maggio alle ore 19), “Ghost gifts”, ironizza in modo amaro proprio su quello che è il retaggio della guerra, sui suoi “doni”.
Ecco che allora sulla scena compaiono oggetti bellici come proiettili e maschere a gas, elegantemente presentati contro sfondi di un bianco accecante e resi meno brutali attraverso un delicato fiocco rosso, oppure mischiati ai giocattoli, simboli di un’innocenza e di una spensieratezza irrimediabilmente violate. La grammatica della guerra viene in questo modo filtrata e reinterpretata in chiave sovversiva e originale. La mostra, curata da Silvia Cirelli, è una selezione delle ultime due serie fotografiche di Shadi Ghadirian, Nil Nil e White square, entrambe datate 2008.
Come recita il comunicato stampa “le opere della giovane artista iraniana sono l’esempio di come, almeno con il potere dell’immaginazione e della creatività, così come con la forza della speranza, l’uomo ha il potere di manipolare la realtà, debilitando anche un concetto tanto doloroso, quanto quello della guerra”.
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