La nostra rubrica oggi è interamente dedicata ad una giovane illustratrice romana, Daniela Volpari, che ha attirato subito la mia attenzione mentre vagavo per il web.
Il talento unito ad una fantasia smisurata e l’amore un pò nostalgico per un’epoca ormai passata, ha creato delle meravigliose favole illustrate, positivo e colorato mondo dentro il quale tuffarsi e ricrearsi lontano dal caos quotidiano.
Aggiungere parole sarebbe inutile, dunque gustatevi l’intervista e lasciatevi rapire dalle sue incantevoli opere.
Per cominciare, chi è Daniela Volpari?Dove e quando è nata?
Sono una ragazza romana di 24 anni; un po’ visionaria, a volte troppo ottimista, e sempre con il sorriso stupido stampato sulla faccia.
Qual è stata la tua formazione e come ti sei avvicinata all’illustrazione?
Diciamo che già da piccolissima mi piaceva disegnare. Crescendo mi resi conto che era una delle cose che mi veniva meglio e così ho frequentato il liceo artistico. Finito il liceo avevo le idee ancora più confuse…e ora? Fortunatamente un giorno per caso mi ritrovai ad osservare delle fantastiche illustrazioni in una mostra a Roma e da lì si è aperto tutto questo nuovo orizzonte a me sconosciuto. (quando si dice il destino!) Ho frequentato la Scuola Internazionale di Comics a Roma e da lì sono partita in quarta.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Indubbiamente molto materiale fotografico. Mi piace usare tagli curiosi dell’immagine: dall’alto, riflesso allo specchio,dal buco della serratura, l’ombra che arriva…e osservare tante foto mi aiuta moltissimo. E poi amo le vecchie illustrazioni vintage, gli illustratori contemporanei francesi,e a volte mi ritrovo a citare anche Klimt e Hopper…li adoro.
Quali sensazioni vuoi comunicare attraverso le tue opere?
Qualcosa di piacevole e sognante. Qualche volta mi scappa un velo di malinconia, ma credo che sia inevitabile. Troppo buonismo stufa no?
Descrivi il tuo lavoro.
Credo che il lavoro maggiore sia tutto nel pensare l’immagine e poi disegnarla. Penso a quello che vorrei rappresentare e comincio a documentarmi su internet e sui libri su tutto quello di cui ho bisogno. Butto giù un miliardo di schizzi e poi quando finalmente si tratta di riportare tutto su un’unica immagine mi capita di dover scartare sempre qualche oggetto o particolare perché mi accorgo di aver fatto troppe cose. Quando comincio a colorare di solito nella mia mente ho già un’idea abbastanza precisa, ma se sono in crisi preferisco fare qualche prova- colore in digitale (sicuramente più rapido ed economico!). L’originale comunque mi piace colorarlo con le tecniche tradizionali (o tempera o acrilici)
Quanto tempo impieghi per progettare e realizzare un’opera?
Dai 3 ai 4 giorni per una illustrazione completa, con l’ispirazione dalla mia parte.
Pur così giovanissima sei stata già selezionata per importanti premi come la Scarpetta d’oro e ti sei aggiudicata il primo premio di Tapirulan 2010, ma qual è il vero sogno nel cassetto di Daniela Volpari?
Attualmente il mio sogno sarebbe di pubblicare un libro illustrato e scritto da me con una importante casa editrice francese (ne ho in mente più di una). E’ un progetto che ho in mente da un po’ ma che non ho ancora avuto il tempo di affrontare concretamente. E poi ovviamente il vero sogno sarebbe di riuscire a vivere dignitosamente con questo mestiere, e non è semplice.
Le tue opere, oltre a riportare una realtà sognante, hanno un’ispirazione anni ‘20/’30…è una scelta casuale o è un periodo che per te ha un’importanza fondamentale?
Diciamo che è una scelta puramente legata al mio gusto estetico. Lo ammetto mi piacciono da morire tutti gli usi e i costumi dell’epoca: le donne, le macchine, gli oggetti, la moda, i cappelli. Quando sono libera di illustrare una storia senza riferimenti di tempo o luogo mi viene assolutamente naturale usare determinati elementi. Richiamano qualcosa di non vissuto ma esistito che crea sempre curiosità e eleganza.
Ritieni che sia dato sufficiente spazio agli artisti nei canali istituzionali? Come ritieni che si possano superare i limiti dall’arte ufficiale?
Penso che ci siano indubbiamente molte più opportunità di prima. Ormai internet permette di farsi notare ovunque. L’unica cosa che mi dispiace è che nel mio campo l’Italia sembra non essere affatto pronta a gestire i suoi talenti, sia affermati che emergenti. E’ praticamente categorico puntare all’estero per fare qualcosa di nuovo,stimolante e soprattutto remunerativo. Spero che un giorno qualcuno di competente si accorga della lacuna e provi a sbirciare i segreti della Francia ad esempio. Se da loro funziona, perché non darci un’occhiata?
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho in cantiere un libro per bambini commissionatomi da una casa editrice della Nuova Zelanda (quando è il caso di dire roba dell’altro mondo!), che promette di essere molto divertente e fresco, ma non posso rivelare di più altrimenti mi uccidono! In più sto lavorando ad una serie di racconti: è un album illustrato a più mani per una casa francese. Praticamente non esco più di casa! Però che soddisfazione sfogliare quelle pagine….
Tag: anni '20, Daniela Volpari, scarpetta d'oro, tapirulan 2010