L’articolo di oggi, un po’ diverso dal solito, è dedicato alla segnalazione di due siti che con Art Rehab condividono il desiderio di dare visibilità ad artisti emergenti. Italiano il primo, inglese il secondo, iMag e Imaginary Zine sono simili anche nel nome.
IMag è una rivista online e come tale si occupa di arte, cinema, scrittura, musica. Nel nome contiene diverse chiavi interpretative del suo impegno: innanzitutto la centralità dell’Io dell’artista, l’attenzione verso la sua creatività e verso l’immaginazione che ne è il cuore pulsante. IMag si può scaricare in formato pdf, ma anche leggere online o in versione cartacea, ordinandone una copia. La sezione più consistente del magazine online è quella dedicata alla fotografia, con le categorie: Fotografi contemporanei, Giovani fotografi, Grandi maestri e Notizie.
All’interno del sito c’è poi la sezione Flickr Friends, che raccoglie una selezione dei migliori scatti pubblicati dai membri del gruppo, presente nel famoso social network Flickr, come luogo di confronto e diffusione delle opere. Fondamentale è la partecipazione degli artisti, che possono richiedere un articolo completo contattando iMag ed inviando il materiale più rappresentativo: se considerato interessante questo verrà pubblicato.
Ancora Flickr è al centro di Imaginary Zine, incentrato esclusivamente sulla fotografia con l’intento di mostrare l’opera di fotografi giovani, emergenti e di talento. Ogni pubblicazione è pensata in modo tale da far sì che le diverse immagini si completino a vicenda e costituiscano una sorta di corpus narrativo.
Non c’è limite per ciò che riguarda i soggetti e la selezione avviene, anche in questo caso, sulla base delle submissions, ovvero dei lavori presentati dai fotografi emergenti all’interno del gruppo Flickr, oppure attraverso le email inviate direttamente ai curatori del progetto. Imaginary Zine preferisce temi “romantici” come la nostalgia, la memoria, il sogno, la fantasia o comunque tutto ciò che è legato al tema dell’immaginario, preferisce le foto da pellicola, non ama i dittici e la fotografia di moda.
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