“Ognuno sa ciò che l’altro pensa” è il titolo della prima personale italiana della ventenne senese Eugenia Vanni presso la Galleria Riccardo Crespi di Milano. La mostra, inserita anche nel programma del circuito Start Milano, vede una selezione di circa 20 lavori realizzati con varie tecniche (installazione, grafica, disegni su tela) e materiali non strettamente artistici, come gomma e neon.
Caratteristica comune a questi lavori è la messa in discussione del concetto di tecnica o medium: il loro impiego da parte dell’artista è anticonvenzionale e rivisitato, come i disegni realizzati su superfici irregolari che, da reversibili, diventano indelebili. Le complicazioni legate alla resistenza dei materiali sono stimolo per la sperimentazione, aprono nuove strade creative.
A questo approccio scientifico si affianca il riferimento all’arte rinascimentale, cui Eugenia Vanni è molto legata date le sue origini. I due aspetti si traducono in strumenti di analisi della realtà, trasformando lo spazio espositivo in osservatorio, l’uomo in oggetto di studio, con la sua difficoltà ad agire, la sua paralisi (intesa in senso sociologico), il suo muoversi in bilico tra gli eventi. Come se fosse un trampoliere.
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