Di norma Art Rehab cerca di portare alla ribalta ciò che non è ancora stato istituzionalizzato, intendendo con questo quella fetta, ancora molto ampia, di arte, a cui il grande fratello mediatico e museale non ha ancora dato spazio. Oggi, però, devo fare un’eccezione per un giovane artista, che alla sola età di 31 anni può già vantare un curriculum di tutto rispetto consacrato da un’esposizione al Complesso del Vittoriano di Roma, Oltre i Sensi, visitabile dal 23 Luglio al 10 Settembre.
Nato a Taranto, dove si è diplomato al liceo artistico, Roberto Ferri si trasferisce nella Capitale nel 1999, dove prende avvio il suo percorso creativo, inizialmente da autodidatta, perfezionato poi all’Accademia di Belle Arti e con lo studio della figurazione classica dal Cinquecento all’Ottocento, approfondito attraverso la pittura caravaggesca ed accademica.
[Le immagini, di difficile reperimento, sono contrassegnate dal logo dell’artista (per una questione di copyright), quindi, per una migliore e più approfondita visione, consiglio, innanzitutto di visitare il sito di Roberto Ferri e poi, d’obbligo direi, visitare la sua mostra al Vittoriano.]
Artisti talentuosi, fino ad ora, ne abbiamo presentati molti, ma osservando le opere di Ferri si percepisce qualcosa in più, che va oltre la bravura e le doti innate…la perfezione compositiva, le luci che squarciano l’ombra, i corpi fedelmente riprodotti fino all’ultimo muscolo contratto, i riflessi sugli incarnati, le sfumature, i volti di giovani fanciulle e di grottesche figure…Caravaggio, di certo, fa sentire la sua presenza, ma l’abilità tecnica nel riproporre uno stile così complesso si unisce alla capacità inventiva di un artista che ha saputo giocare con tematiche importanti , dando vita a nuove creature mitologiche, scenari storici filtrati attraverso una fervida immaginazione, con il risultato di un opera concettualmente e tecnicamente elevata che, nel suo ritorno al classico, si pone accanto agli dei della pittura con la consapevolezza di essere di un altro tempo.
Goya sosteneva che il sonno della ragione genera mostri…oggi, vedendo queste opere, si potrebbe con certezza affermare che la ragione crea genialità mostruose, da intendersi, ovviamente, in senso positivo…per riflettere selle grandi possibilità che la nostra arte può ancora esprimere.
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Sono stata alla Mostra, consiglio a tutti di visitarla: ho ritrovato finalmente la bellezza della pittura di un tempo quella caratterizzata da idea ma soprattutto tecnica, quella che le Avanguardie, hanno fatto dimenticare. Oggi a cento anni dal Futurismo finalmente il trionfo della Pittura e della Nike di Samotracia!
Inevitabile il plauso al giovane Roberto Ferri, all’impegno Artistico che lo contraddistingue e che fa di lui una stella in continua ascesa.
Non ho ancora avuto il piacere di visitare la Mostra, saro’ lì a settembre. Ho avuto cmq il piacere di conoscere personalmente il giovane Maestro, che si contraddistingue per il suo “sign of differenze”.
Le Neoavanguardie hanno avuto la loro importanza, oggi devono lasciare spazio ad altre ricerche non fossilizate né emulanti.
Non esiste nessuna parola all’altezza di queste visioni! Mai visto nulla del genere nel XX o nel XXI secolo.
S T U P E N D O !