Vis-à-vis oggi punta i riflettori su un giovane artista romano: Francesco Bancheri. Sono venuta a conoscenza dei suoi lavori su segnalazione (la fonte ovviamente resterà segreta, che volete “si dice il peccato ma non il peccatore”) e andando a curiosare nel suo sito ho trovato delle opere molto interessanti ed intriganti, frutto di un mix di tecniche e passione artistica, il tutto dosato con il giusto equilibrio.
“Making off”, la sua mostra personale, è visitabile fino al 14 Marzo presso Spazi Multipli.
Per conoscere meglio Francesco, gli abbiamo rivolto alcune domande.
1.Qual è stata la tua formazione e come ti sei avvicinato all’arte in generale e al genere che pratichi in particolare?
Mi sono avvicinato all’arte in modo naturale, come se avessi dovuto occuparmi di quello e basta da sempre. Ho studiato al 1° Liceo Artistico di Roma, poi ho fatto l’Accademia di Belle Arti li ho frequentato la cattedra di Scenografia. Ho frequentato un corso all’istituto superiore di fotografia dopo l’accademia. questo percorso mi ha dato l’opportunità di sperimentare su più campi.
2.Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Non ho una fonte ben precisa dalla quale pescare,fondamentalmente le sensazioni quotidiane che vengono amplificate dal frastuono mediatico e quelle che da quest’ultimo vengono censurate sono grandi motivi di riflessione…
3.Quali sensazioni vuoi comunicare attraverso le tue opere?
In un periodo dove la comunicazione è cosi massificata gia comunicare risulta essere un traguardo…grande è comunque la voglia di comunicare emozioni in modo differente e sottile, sottrarre l’attenzione di chi guarda le mie opere, dall’esplicito gretto e qualunquistache ci gira intorno.
4.Descrivi il tuo lavoro.
Tutto ruota intorno alla condizione umana nel bene e nel male: dal movimento all’estetica, dal gesto veloce all’immobilità, tutto ciò che appare nei miei lavori è sempre da rimandare all’uomo, che il soggetto sia un birillo una pecora o un uomo stesso…onestamente ad oggi potrei comunque solo descrivere l’inizio del mio lavoro ho ancora tanto da sperimentare.
5.Quanto tempo impieghi per progettare e realizzare un’opera?
Non ho una metodica ben precisa per la realizzazione delle mie opere, a volte riesco a realizzare in un giorno ciò su cui ho ragionato per un mese e a volte accade l’esatto contrario.
6.Come scegli i tuoi soggetti?
I soggetti che scelgo per i miei lavori devono catturare la mia attenzione, devono rimandarmi a qualcosa che in quel momento si sposa con le idee che ho non c’è una regola ben precisa… è tutto molto libero e istintivo a volte sono somiglianze antropomorfe a volte sono metafore stereotipate alle quali il soggetto è legato, a volte è puro piacere estetico.
7.Ritieni che le tue opere creino una realtà alternativa o rendano alternativa la realtà?
Creare una realtà alternativa è cosa un po difficile, magari potessi… sicuramente possono offrire spunti per immaginare qualcosa che si percepisce sensorialmente ma che in “realtà” non esiste.
8.Ritieni che sia dato sufficiente spazio agli artisti nei canali istituzionali? Come ritieni che si possano superare i limiti dall’arte ufficiale?
Sicuramente lo spazio per i “giovani artisti” non è tanto, nei canali istituzionali quasi non esiste, è anche vero che non sono mai stati cosi tanti i “giovani artisti” in passato, non ci sarà mai lo spazio per tutti purtroppo. Ma bisognerebbe sicuramente incentivare chi ha talento, dovrebbero esserci più bandi, più borse di studio più stanziamenti… è incredibile pensare che il nostro paese si sia fermato cosi. Per il resto non saprei proprio come si possano superare i limiti dell’”arte ufficiale” l’arte è cultura e cultura è curiosità, non vedo in questo periodo tanta curiosità, pertanto l’arte ufficiale c’è, e gia si conosce e a molti sta bene cosi.
9.Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Chi lo sa, non sono proprio fatto per progettare, quanto meno a lungo termine, sicuramente ho intenzione di continuare cosi per un po’.